Relazione Chiara Vannucci del 29 novembre 2025
Riassunto del Testo (a pié di pagina il video)
Il testo è una riflessione condotta da una neuropsichiatra infantile in memoria di Giuliano Giuntoli, di cui rimpiange soprattutto il coraggio di pensare al di là degli schemi e la spinta a non fermarsi alle certezze superficiali.
Il discorso si concentra sull’attuale disagio giovanile e sul fallimento dei sistemi adulti (famiglia, scuola, società) nel gestirlo.

Panorama del disagio giovanile: vengono evidenziati fenomeni crescenti e precoci come il ritiro sociale, l’autolesionismo e i tentativi di suicidio (anche nella scuola primaria). Viene citato l’aumento dei ricoveri e il primato della Toscana nella prescrizione di psicofarmaci in età evolutiva.
Critica alla società e all’AI: la relatrice critica l’individualismo della società, incentrato su consumo e prestazione. Inoltre, esprime dubbi sull’efficacia dell’Intelligenza Artificiale nel contesto clinico (citando l’esempio di una paziente che preferisce la visita specialistica umana), sottolineando la necessità dell’elemento relazionale umano per il benessere.
Crisi del ruolo educativo
Famiglia: la figura della famiglia patriarcale è venuta meno, ma manca un modello genitoriale valido. I genitori, in difficoltà, tendono a rendere il bambino “bambino-centrico”, eliminando la fatica, l’impegno e le regole, il che porta il giovane a credere di essere al centro del mondo, ma gli toglie il senso di vita (il desiderio nasce dalla mancanza).
Scuola: c’è una perdita del ruolo simbolico dell’autorità degli insegnanti, spesso non sostenuti dalle famiglie, che li delegittimano (es. la madre che critica la maestra perché ha sgridato il figlio che l’ha chiamata “tu”). Questo genera confusione nei ragazzi e una crisi educativa generalizzata.
Neuroscienze e prevenzione
Il focus si sposta sulle traiettorie evolutive anziché sulle etichette diagnostiche categoriali (modello biopsicosociale e di spettro). Si sottolinea l’importanza di intervenire precocemente cogliendo i segnali predittivi. La prevenzione del disagio adolescenziale dovrebbe iniziare con i bambini e le materne (lavorando con le madri).
Temi Cruciali:
Vengono approfonditi: Trauma e vulnerabilità: i giovani di oggi mostrano una eccessiva vulnerabilità a eventi che sono normali (es. non essere invitati a una festa), che vengono vissuti come traumi e generano disregolazione emotiva e ipersensibilità interpersonale.
Attaccamento e relazione di cura: l’attaccamento insicuro può essere riparato da future relazioni positive con le figure di riferimento (clinici, insegnanti, ecc.).
Funzione riflessiva: essenziale per i genitori, è la capacità di riflettere sul bambino per quello che è, creando una mente che pensa e aiutandolo a regolare le emozioni.
Senso di vita e speranza: il vuoto di senso e la mancanza di speranza sono le vere cause del malessere. La relazione di cura (premura, non solo preoccupazione) serve a dare senso e direzione alla vita dell’altro, trasferendo gentilezza, empatia e fiducia.
Schema concettuale principale
Lo schema mostra le cause strutturali del malessere giovanile e le soluzioni proposte dalla prospettiva della relatrice (e di Giuliano Giuntoli).
Contesto/Cause:
Società: individualista, focalizzata su prestazione e consumo.
Famiglia: caduta del modello patriarcale + mancanza di nuovo modello genitoriale valido → stile “Bambino-Centrico” (senza regole né fatica).
Scuola: perdita del ruolo simbolico e dell’autorità dell’insegnante → crisi educativa.
Manifestazione del disagio (nei giovani):
Sintomi: ritiro sociale, autolesionismo, tentato suicidio (precoci).
Fragilità: ipersensibilità interpersonale, iperemotività, vulnerabilità eccessiva al “trauma minore.”
Nucleo del problema: mancanza di senso di vita e di speranza (perché il desiderio è esaurito dall’avere tutto).
Soluzioni/Cura (Prospettiva Clinica):
Obiettivo: costruire speranza e senso di vita, accettando e rispettando l’unicità dell’altro.
Approccio: traiettorie evolutive (vs. etichette diagnostiche) + modello biopsicosociale.
Prevenzione: intervenire precocemente nell’infanzia (bambini e materne).
Elementi chiave della relazione:
Funzione riflessiva: il genitore/clinico pensa e riflette sul bambino com’è.
Relazione di cura: premura (dare senso/direzione) + gentilezza, empatia, fiducia.
