Jacqueline Bickel a Padova

….. Ricordando la dott.ssa Jacqueline Bickel a Padova

L’Istituto Romano Bruni, ora “Polo Scolastico Romano Bruni” nasce intorno ad un gruppo di amici fraterni desiderosi e interessati a costruire qualcosa di utile per i propri figli e non solo, dentro l’ambito educativo e sociale. A partire dalla Scuola dell’Infanzia nell’81/82 gestita da insegnanti e genitori, prosegue con la Primaria, la Secondaria di 1 grado e il Liceo Scientifico. Dal 2000 è presente anche un Nido Integrato.

Quando nel 2000 incontriamo la dott.ssa Bickel eravamo rimasti orfani di un grande maestro che ci aveva accompagnato negli ultimi 10 anni, il dott. Romano Bruni. Cofondatore della scuola di logopedia di Padova ci aveva accompagnato in corsi di formazione sul linguaggio facendoci comprendere come fosse decisivo nella scuola. Affermava infatti “Nel processo dell’apprendimentoApprendimento 'Il SNC non sarebbe in grado di sviluppare in modo autonomo, solo sulla spinta offerta dal DNA, tutte le sue potenzialità di pensiero e di linguaggio, come talora dà l'impressione di fare e come spesso viene erroneamente ritenuto. Sarà invece compito di ogni bambino attivare all'interno del proprio SNC queste potenzialità, con la costruzione di circuiti fra neuroni e ulteriori circuiti fra circuiti gi? formati, finendo anche col modificare intensamente dal punto di vista funzionale tutta la struttura nervosa disponibile. Questo attivo processo di costruzione si identifica con l'apprendimento. Apprendimento che ha luogo continuamente e intensamente soprattutto nei primi anni, durante ogni momento di veglia. Sostituire il concetto di sviluppo con il concetto di costruzione non è soltanto un gioco di parole, ma un modo di orientare in forma completamente diversa l'ottica e il compito dell'educazione e dell'insegnamento. Infatti, mentre l'idea di sviluppo si ricollega alla graduale comparsa di qualcosa che è predestinata già fino dal concepimento, l'idea di costruzione comporta la riconsiderazione e la valorizzazione dell'opera degli educatori e di tutto il contesto ambientale che circonda il piccolo. ', 4578, lo strumento principale da conoscere, approfondire, utilizzare è il linguaggio, come strumento di comunicazione per una positiva relazione e come operatore mentale”.

Durante i seminari citava spesso “L’educazione Formativa” della dott.ssa Jacqueline Bickel. Venuto meno il dott. Bruni, per continuare il prezioso lavoro iniziato con lui, è nato il desiderio di contattare la dottoressa poiché ritrovavamo nel suo libro la stessa passione per il linguaggio che ci aveva trasmesso il dott. Bruni. Al primo incontro, al suo arrivo a Padova, scesa dal treno, subito una delle sue battute fulminanti “Adesso vi sistemo io!”. Tutto questo detto con un sorriso carico di simpatia e con occhi vividi di entusiamo

Si mostrò subito sorpresa e interessata al percorso fatto dalle nostre insegnanti sull’uso matetico del linguaggio come ipotesi di lavoro a livello scolastico (ritenendolo una cosa abbastanza inusuale per quei tempi). Ritrovava infatti in questo una corrispondenza con il valore da lei sottolineato nelle sue ricerche e documentato nei suoi testi. La proposta di iniziare con lei e il prof. Giuntoli il progetto “Favorire la costruzione delle intelligenze”, così si chiamava allora il suo percorso, ci ha permesso di dare sistematicità a molte delle indicazioni ricevute dal Bruni e a vedere quanto congruenti fossero le intuizioni pedagogiche di quest’ultimo, con gli ultimi dati che le neuroscienze stavano portando.\”\”

Inutile dire che il suo cavallo di battaglia è stata la proposta del lavoro in piccolo gruppo come fattore determinante sia nel recupero, come nel potenziamento e nell’ottimizzazione delle risorse personali dell’alunno. Per l’Infanzia ha voluto dire cambiare radicalmente l’organizzazione scolastica, per la primaria, inserire un aspetto nuovo e decisivo nel percorso di cui, dopo averlo sperimentato, continuiamo a distanza di 18 anni, a vederne i benefici.
L’esperienza del fare concreto, del dire mentre si fa, dell’utilizzo del metodo induttivo sempre, sia all’Infanzia che alla Primaria almeno nel primo triennio, l’apprendimento per domande, sono strategie che con tenacia lei ci ha accompagnato nel farle diventare metodo.

Voleva portarci alla consapevolezza della necessità di avviare, fin dalla più tenera età, la costruzione del linguaggio per gli usi cognitivi in ambito scolastico , raccogliendo in ciò l’eredità del Bruni. Senza linguaggio il pensiero non avrebbe le basi neurologiche per operare e quindi non si avvierebbe nessun pensiero computazionale. La dottoressa, biologa e neuroscienziata per formazione accademica, ci ha offerto, con la sua competenza scientifica e la sua passione per l’umano, la possibilità di elaborare un percorso il più adeguato possibile a valorizzare tutti i soggetti in azione nell’ambito formativo: alunni, docenti, famiglia, professionisti, contesto.

Nel 1999 era uscito il Regolamento per l’Autonomia delle Istituzioni Scolastiche il quale prevedeva che ciascuna scuola determinasse il curricolo scolastico per i propri alunni ; con la dottoressa avevamo avuto molti incontri dove a tema c’era il percorso dell’apprendimento e in particolare ricercare i nuclei fondanti e gli elementi essenziali di ogni materia di studio/disciplina. L’attenzione del docente doveva andare alle strutture della mente che costruissero competenze utili per ricercare, selezionare, connettere le informazioni, pertanto un’attenzione più al “come” e al “quando”.

Nel tempo, durante il lavoro di ricerca-azione, si è delineato mano a mano il Curricolo di alcune discipline, dall’Infanzia alla Secondaria di primo grado, anticipando in questo i decreti legislativi. Ci piace ricordare in questo percorso condiviso, la sua tenacia nel perseguire le sue scoperte ma anche la sua lealtà con i dati che la realtà portava: inizialmente la dott.ssa riteneva che il processo della descrizione fosse uno dei nuclei fondanti nella costruzione delle strutture logiche poi la pratica del piccolo gruppo ci rivelava che era più utile ed efficace partire dalla procedura. Dopo innumerevoli dialoghi e raccolta di dati la Bickel ha cambiato la sua impostazione iniziale posticipando il lavoro sulla descrizione e anticipando quello sulle procedure, accogliendo con umiltà ciò che emergeva in modo prorompente dall’esperienza.

Grande la sua disponibilità a confermare o correggere e migliorare quelle che erano le sue intuizioni pedagogiche. Anche in questo ci è stata d’esempio e di provocazione. Il nostro Istituto deve a lei quella sistematicità e quell’approfondimento dei percorsi per costruire le competenze che ci caratterizza e ci viene riconosciuto come eccellenza nel territorio.

Paolina Dal Bon, Francesca Baraldi, Cinzia Malfatti, Sandra Tonelli

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