I percorsi logici prevalenti nelle discipline – Terza parte

I percorsi logici prevalenti nelle discipline – Terza parte

di Jacqueline Bickel

La causa

Lo schema logico della causa è strettamente legato al tempo, poiché ogni causa produce effetti, spesso causa di successivi effetti, che si trovano così legati fra loro a catena nel tempo.

Nonostante l’intenso lavoro sulla rappresentazione mentale richiesto dallo schema causa, anche questo può iniziare ad essere costruito dai bambini nella scuola dell’infanzia. All’inizio si tratterà soltanto di semplici relazioni logiche di causa fisica, legata agli attributi di oggetti comuni: oggetti leggeri, come fogli, piume, palloncini che col vento possono volare; liquidi che possono spandersi, bagnare e, se colorati, macchiare; cose aguzze come spine, chiodi, pezzi di vetro che se pestati possono pungere, ferire e far male.

La caratteristica sbadataggine dei bambini piccoli è dovuta alla loro incapacità di anticipare mentalmente queste semplici relazioni di causa/effetto, che non consente loro di prevedere questi possibili risultati.

Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia o nella scuola primaria poi i bambini amplieranno le osservazioni di causalità fisica, sempre relativa agli attributi delle sostanze, grazie ai primi semplici esperimenti scientifici. Essi possono così trovare sostanze solubili o insolubili in acqua, elementi che galleggiano o affondano, che bruciano o resistono al fuoco, ecc.

La causalità fisica può essere estesa agli ambienti, che possono presentare condizioni diverse, piacevoli o sgradite, favorevoli o pericolose a seconda che ci si trovi in città, in campagna, al mare o in montagna.

Sempre in tenera età i bambini possono iniziare a costruire la causa psicologica primaria, che facilita la loro anticipazione, perché è legata agli attributi dei personaggi. Topolino che è sempre intelligente, risolverà qualsiasi situazione nel modo migliore; Paperino, sempre sbadato e pronto a cacciarsi nei pasticci, è in contrasto con Pippo, sempre sbadato anche lui, ma al quale la sbadataggine va a finir bene; oppure Braccio di Ferro che, dopo essersi cacciato nei guai, risolve la situazione grazie alla provvidenziale scatola di spinaci.

Per allenare la rappresentazione mentale richiesta dalla causalità, è possibile far evocare mentalmente semplici scenette, presentate col linguaggio, per far prevedere una sicura conseguenza, ad esempio: cosa potrà succedere se lasci un panetto di burro nell’automobile parcheggiata al sole, oppure il rubinetto dell’acqua aperto su un lavandino tappato… Oppure far prevedere l’esito di una stessa azione con oggetti diversi, ad esempio: cosa succederà se fai cadere sul pavimento una palla di gomma, un uovo, una piuma…

Altra utile attività evocativa mentale è abituare i bambini a fare supposizioni: chi pensi sia passato nel condominio, dato che le cassette della posta sono piene; oppure, dove siamo se la famiglia sta con soddisfazione mangiando hamburger. O anche fornire ragioni per la supposizione fatta: da cosa ti accorgi che la mamma è andata al supermercato, oppure dal parrucchiere. Fino a fare ipotesi sulle possibili cause di un evento: un bambino ha un cerotto sulla fronte, cosa può essere accaduto?

Solo nella scuola primaria i bambini potranno affrontare nella narrativa la causalità psicologica secondaria, legate al fatto che ogni personaggio può presentare comportamenti variabili, ora intelligenti, ora sbadati, dato che possono subire le influenze più diverse a seconda delle condizioni della vita.

Tutta la narrativa si articola sugli effetti che l’ambiente urbano, agreste, marino o montano può provocare su persone o animali, i quali reagiranno ad eventi imprevisti nel modo più vario e, in base a tale reazione, proveranno sentimenti di vittoria o di sconfitta, che a loro volta influenzeranno ulteriormente gli eventi.

L’importante conclusione cui far pervenire i bambini è la consapevolezza che il comportamento degli esseri viventi, e in particolare degli esseri umani, è sempre intenzionale e non predestinato.

E’ a questo punto che la causa si intreccia con il tempo nell’ambito più ampio dello schema storia. Si parte dalla linea del tempo, che all’inizio deve fornire una visione globale di tutto l’arco storico: dalla preistoria all’epoca attuale. Si possono inserire quali punti di riferimento:

* la preistoria;
* la scrittura, che segna l’inizio della storia vera e propria;
* la nascita di Cristo, che divide il tempo in prima e dopo Cristo;
* la scoperta dell’America, che segna l’inizio dell’epoca moderna;
* e per ultimo la conquista dello spazio.

I bambini non dovrebbero aver problemi con la linea del tempo anche se si riferisce sì ad una durata molto ampia, dato che ne conoscono già il funzionamento con l’uso dei punti di riferimento, entro i quali se ne possono sempre inserire altri.

Poiché si tratta di mettere a fuoco cause ed effetti, si consiglia di non fornire subito le informazioni, ma di farle evocare agli alunni partendo da domande, quali, perché…quale è la causa… l’effetto…, cosa avreste fatto…, allo scopo di attivare in tutti gli alunni una rapida evocazione e rappresentazione mentale.

La preistoria non va sovraccaricata con nomi di popoli, che per i bambini restano astratti, ma costruita attorno alle principali scoperte, avvenute e concentrate in gran parte nella zona orientale del Mediterraneo.

Si può iniziare col far individuare le prime attività di sopravvivenza nei ripari naturali con la raccolta di alimenti spontanei, poi la costruzione di strumenti in pietra,la caccia e l’addomesticamento con l’allevamento dei primi animali, mentre sia l’esaurimento del terreno, sia la variabilità del clima spingeva i primi gruppi umani a cambiare continuamente sede.

Quindi la scoperta del fuoco, della ruota, delle prime forme di agricoltura che hanno permesso alle popolazioni la sedentarietà, conducendole ad unirsi in gruppi sempre più ampi per la suddivisione del lavoro. Si hanno così i primi insediamenti in luoghi particolarmente favorevoli, per la presenza di acqua, di terreno coltivabile e di animali da cacciare.

A queste prime importanti scoperte si è aggiunta quella dei metalli, in particolare del rame nativo che, lavorato e in lega con lo stagno ha fatto ottenere il bronzo, e infine del ferro.

Nello stesso tempo i popoli che risiedevano lungo le coste divenivano abili navigatori; la facilità negli spostamenti favorivano gli scambi di prodotti con il commercio; e le attività commerciali rendevano necessario fissare in qualche modo il dare e l’avere. Nascevano così le prime numerose e diverse forme di scrittura per la contabilità.

I Fenici, abili commercianti e navigatori sulle lunghe distanze, per superare le difficoltà linguistiche che incontravano, idearono una forma di scrittura su base fonetica per gli scambi più comuni. Si giunse così ad un tipo di scrittura che ebbe larga diffusione e gettò le premesse per il passaggio alla storia.

Il primo libro scritto, non di vera storia, ma di tradizioni religiose derivate dalla tradizione orale, è stata la Bibbia legata agli eventi che hanno coinvolto Ebrei ed Egizi. Le prime narrazioni scritte di eventi reali sono, come è noto, dovute ai greci Erodoto e Senofonte, oltre che drammatizzate in trame teatrali.

I Greci oltre alla storia, al teatro e alla poesia epica e lirica hanno profuso un ricco lascito di invenzioni sul quale è basato ancor oggi tutto il mondo occidentale: dalle leggi scritte alla democrazia per l’organizzazione della vita in comune; dall’architettura alla scultura nel campo dell’arte, della matematica, delle scienze e della filosofia. Greci e Persiani, Ateniesi e Spartani meritano un’ampia anche se concisa informazione.

Dalla Grecia il faro della storia si sposta ulteriormente verso occidente, per mettere a fuoco cause ed effetti degli eventi di Roma: dalla nascita e dall’epoca leggendaria dei re, le lotte con gli Etruschi per il dominio del centro Italia, contemporaneo agli eventi greci, alla repubblica con lo scontro con Cartagine, fino ai due triumvirati e alla fondazione dell’impero. Grazie alla conquista della Grecia i Romani ne hanno assorbito tutto il lascito culturale.

Con la caduta dell’impero romano, le invasioni barbariche e il medioevo si rallentano le scoperte, che trovano nuovo impulso nel Rinascimento, fino alla scoperta dell’America e all’invenzione della stampa. Il faro storico risale allora verso nord lungo la fascia occidentale dell’Europa, con la formazione dei grandi Stati europei e la colonizzazione delle Americhe. Quindi le due rivoluzioni francese e americana, per finire con le ultime grandi scoperte della fisica contemporanea fino alla conquista dello spazio.

Tutti gli eventi andranno sempre concatenati con legami di causa/effetto anche se gli archi di tempo non saranno sempre uguali.

La soluzione dei problemi

Per i bambini la parola problema è strettamente legata ala matematica, ma è bene invece allargarne precocemente il significato identificando i mille piccoli problemi della vita quotidiana: dal dividere le caramelle, allo stabilire i turni per i lavori domestici o della classe.

Per i bambini è naturale agire d’impulso, ma specialmente a partire dagli otto anni di età è importante che essi si soffermino a riflettere sui problemi quotidiani e sul come affrontarli. Anche la narrativa presenta una continua fonte di problemi da risolvere, che possono essere utilmente messi in risalto.

Accorgersi di un problema è l’importante primo passo. Il secondo è di definirlo a parole, cioè di codificarlo. Una volta definito, si passa alla raccolta di informazione pertinente, al fine di proporre una o più soluzioni, fra le quali scegliere quella che sembra migliore; infine la si applica e si verifica il risultato.

La storia come disciplina scolastica è una fonte inesauribile di problemi, sottesi da cause ed effetti, legati alle condizioni specifiche del tempo.

I principali problemi storici possono riassumersi in pratica:

*  nel procedere continuo del progresso e nella forza di ogni nuova scoperta;
* nella perenne ricerca del benessere personale e sociale;
* nell’affermazione del proprio potere;
* nella ricerca del predominio da parte di un determinato gruppo religioso o culturale.

In conclusione, tutti i bambini dovranno fare proprie le tappe di questi percorsi parlando a ruota libera, sollecitati dalle domande dell’insegnante, per favorire l’evocazione e la rappresentazione mentale, usando poi la forma scritta per fissare e riorganizzare quanto detto. In questo modo agli alunni non saranno dati soltanto contenuti disciplinari, ma sarà offerto loro un metodo di studio.

Gli alunni potranno poi formare piccoli gruppi, ognuno dei quali avrà il compito di organizzare in forma scritta un breve capitolo della disciplina discussa in classe, in modo che, sommando i diversi elaborati, tutti possano disporre di un testo completo a cui ciascuno abbia portato il suo contributo.

Pubblicato il 2012-12-16
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