I percorsi logici prevalenti nelle discipline – Prima parte
di Jacqueline Bickel
Il fatto che molti alunni si trovino a disagio a mano a mano che l’insegnamento procede e non riescano a beneficiare al massimo dell’insegnamento proposto dalla scuola dell’obbligo dipende in gran parte dal non essere stati guidati precocemente lungo tutte le tappe di un percorso ben preciso, che li porti alla conquista, in comprensione ed in espressione, dei sette schemi logici, che sottendono ogni disciplina.
Ogni disciplina, scolastica e non, contiene sempre un insieme ben dosato dei sette schemi logici, anche se alcuni predominano sugli altri. Poiché gli schemi logici sono costituiti da catene di relazioni logiche, e le relazioni logiche possono essere fatte proprie dai bambini già a partire dalla scuola dell’infanzia, si può ben dire che questi percorsi devono avere il loro inizio fino dalla scuola dell’infanzia.
L’insegnante avveduto e preparato deve sollecitare questi percorsi secondo ritmi differenziati in particolare all’inizio, data la variabilità delle costruzioni mentali che ogni bambino presenta rispetto all’organizzazione logica, e quindi al linguaggio in suo possesso, tenendo presente che ogni bambino può farli propri non solo ascoltando, ma soprattutto avendo l’opportunità di parlare.
Tutti gli schemi logici presentano diramazioni e connessioni fra di loro, tuttavia è opportuno presentarli ai bambini nell’ordine, poiché ogni schema successivo comprende e utilizza sempre i precedenti.
In questo breve articolo analizzeremo esplicitamente i sette schemi logici e la loro prevalenza nelle tre discipline scolastiche: scienze, geografia e storia.
La procedura
Il primo percorso è quello della procedura. La procedura è solo uno schema parziale, che rappresenta la forma concreta di una sequenza temporale, cioè il punto di inizio, reso concreto, del futuro schema tempo. Il tempo è uno schema astratto, e richiederà sempre un lavoro evocativo sulla rappresentazione mentale, sia che ci si rivolga al passato, sia che sia preso in considerazione il futuro.
La procedura può essere attivata anche prima della scuola dell’infanzia, purché dimostrino una buona autonomia personale o domestica. I contenuti mentali relativi all’autonomia sono indispensabili, perché garantiscono la presenza di dati sicuri nella loro mappa episodica.
La procedura si costruisce in questo modo: mentre il bambino agisce, e quindi rende attivi i contenuti della sua mappa episodica, la madre o altro educatore gli verbalizza la sequenza, frammentandola in una serie di relazioni oggetto/azione a mano a mano che egli esegue i vari passi, collegandoli con “… e poi…”.
Ricevere la codifica verbale mentre i contenuti mentali sono attivi garantisce l’associazione fra pensiero e linguaggio, fra mappa episodica e mappa semantica. La verbalizzazione della sequenza è d’altra parte altamente motivante, sia che avvenga da parte dell’educatore, sia che sia il bambino stesso a farla.
La codifica dovrà essere ripetuta più volte perché, anche se l’associazione è possibile, la memorizzazione richiede tempi più lunghi e diversi per ogni bambino. La memorizzazione inizia a comparire al momento in cui è il bambino stesso a verbalizzare mentre agisce, e sicuramente ciò non può avvenire subito per tutta la sequenza, ma solo per alcune sue parti.
All’inizio è bene far codificare una sequenza alla volta per evitare confusioni; una volta codificata una intera procedura è possibile affrontarne un’altra, ma mai più di una alla volta. Fornire al bambino la codifica concreta di una sequenza significa rendergli concreto il primo passo dello schema tempo (il presente), schema che richiederà sempre la rappresentazione mentale, sia che si rievochi il passato, sia che si proceda verso il futuro.
Il possesso di uno schema sequenza concreto e codificato ha lo scopo di attivare la rappresentazione mentale e prepara alla codifica di tutti gli elementi e di tutti i passaggi di qualsiasi esperimento realizzato in pratica all’interno di un laboratorio, codifica che potrà anche avvalersi della visualizzazione grafica mediante diagrammi di flusso, tabelle, mappe.
Si dà spesso per scontato che sia sufficiente iniziare da esperienze fatte in laboratorio, senza tener presente che per molti bambini c’è la tendenza a memorizzare solo alcuni o pochi particolari, magari i più rilevanti, ma difficilmente l’intera sequenza.
La procedura, o meglio la sequenza temporale verbalizzata e concreta, è lo schema che sottende in particolare tutti gli esperimenti di laboratorio, all’interno di quelle che vengono chiamate scienze sperimentali.
Per quanto riguarda le esperienze di laboratorio, tuttavia, non è coinvolta soltanto la sequenza temporale, ma vengono sempre chiamati in causa anche tutti gli altri schemi logici: infatti è opportuno che vengano ben descritti gli elementi presi in considerazione, quindi lo spazio ove avviene l’esperimento, il tempo richiesto per la sua esecuzione, oltre alle cause fisiche che lo promuovono.
L’ampio settore delle scienze viene in genere suddiviso in scienze sperimentali, che si occupano delle trasformazioni fisiche e chimiche delle sostanze, e scienze sistematiche, quali botanica, zoologia, anatomia. Sia nelle prime, sia nelle seconde comunque si inizierà sempre dalla descrizione dell’oggetto o degli oggetti di cui ci si andrà ad occupare.
La descrizione
La descrizione è in effetti il primo schema logico, sempre coinvolto nella fase iniziale di qualsiasi disciplina. La descrizione di un oggetto concreto, conosciuto e presente è il primo passo; questa richiede l’evocazione di almeno quattro diverse relazioni logiche: oggetto/azione, oggetto/parti, parti/attributo, parti/spazio fisso.
Si inizia con un oggetto conosciuto e presente, ad esempio un frutto, col quale i bambini possano agire direttamente, per mettere a fuoco prima le azioni; dalle azioni si ricavano le parti; per ogni parte oltre all’oggetto stesso si trovano gli attributi associandovi la corrispettiva codifica verbale.
Si prosegue nel descrivere altri oggetti conosciuti e presenti, per applicare poi lo stesso schema descrizione ad oggetti conosciuti ma non presenti, che per le loro dimensioni o altri aspetti non possono essere introdotti in classe, ad esempio automobili o animali feroci, in modo da attivare l’operatività sulla rappresentazione mentale.
E per continuare ad operare sulla rappresentazione mentale è bene che per ciascuna relazione logica sia effettuata la reversibilità, cioè dopo aver verbalizzato solo col linguaggio un’azione, una parte o un attributo ritrovare l’oggetto, dato un attributo o lo spazio fisso ritrovare una parte, e così via … fino al brainstorming, in cui si richiede di trovare il maggior numero di azioni, parti, attributi.
Dalla descrizione di oggetti comuni si potrà passare alla descrizione di elementi astratti, quali ad esempio le figure geometriche, oppure di dimensioni maggiori, quali ad esempio gli elementi del territorio, che fanno parte del percorso dello spazio geometrico o geografico, lasciando per ultima la descrizione di animali o persone, perché in questo caso dovranno essere descritti elementi astratti quali atteggiamenti abituali, umori, sentimenti.
Il paragone
Nell’attivare il paragone la parte più semplice per i bambini è trovare le differenze. Queste all’inizio saranno rese evidenti paragonando due o più oggetti comuni, conosciuti e presenti, ma poiché lo scopo dello schema logico è, come già detto, di attivare l’operatività sulla rappresentazione mentale, sarà bene passare presto a far trovare le differenze fra un oggetto presente e altri pure conosciuti, ma non presenti, magari servendosi anche di un passaggio intermedio con l’uso di illustrazioni.
Nell’effettuare il paragone i bambini non dovranno limitarsi a notare solo le differenze più concrete ed evidenti, ma dovranno porre a confronto tutte le parti dello schema descrizione già in loro possesso: azioni, parti, attributi, spazio fisso, evocate mentalmente.
La classificazione
Più complessa per i bambini appare la ricerca di somiglianze, base della classificazione.
I bambini iniziano a classificare su base percettiva grazie alla conquista delle loro prime autonomie personali e domestiche, quando ripongono con ordine i loro giochi o indumenti, quando sparecchiano e raccolgono insieme posate, piatti o bicchieri. Se verrà loro fornita la codifica verbale di ciò che stanno facendo, sarà questa un’ottima occasione per collegare fra loro la mappa episodica e quella semantica, dando un significato preciso ai termini verbali più generici che sottendono la classificazione, ad esempio posate che includono cucchiai, forchette e coltelli.
La classificazione nella scuola dell’infanzia può avvalersi di uno strumento sempre a disposizione: i blocchi logici. E‘ importante che ogni bambino mantenga sempre presente il criterio verbale prescelto mentre classifica l’intera serie dei blocchi e, se l’insegnante pretende d’introdurre un elemento che non vi appartiene, riesca ad escluderlo
Tutta la serie di blocchi andrà poi classificata per due variabili (colore e forma, forma e grandezza…). La capacità di mantenere contemporaneamente presenti due variabili, espresse solo con il linguaggio, rafforza ulteriormente l’operatività sulla rappresentazione mentale.
Sempre nella scuola dell’infanzia è importante attivare la sottoclassificazione. Sono utili a tale scopo numerosi cartoncini con illustrazioni di oggetti conosciuti, ad esempio: alimenti, indumenti, suppellettili domestiche, mezzi di trasporto.
Nella sottoclassificazione per ogni gruppo si dà un criterio verbale, ad esempio nel caso degli alimenti trovare le carni, i latticini, i cibi che si mangiano a merenda… Questa attività fa capire ai bambini che quello che conta nella sottoclassificazione è il criterio verbale dato, che va sempre tenuto presente fino ad esaurire tutti gli elementi disponibili. Dalla classe o dalla sottoclasse i bambini possono ritrovare i singoli elementi, partendo dal linguaggio e attivando la rappresentazione mentale, grazie a facili indovinelli, ad esempio: un cibo liquido e bianco; un cibo che si mangia alla fine di un pasto.
Bisogna anche dare ai bambini la consapevolezza che vi sono classi subordinate e superordinate. Si presentano loro un gruppo di dadi tutti di legno, ma che per la maggior parte sono rossi e si chiede: Sono più i dadi rossi o i dadi di legno? La percezione del colore può trarre in inganno i piccoli. Lo stesso risultato si ha presentando dieci rose di vario tipo oltre ad un girasole e un narciso chiedendo: Sono più le rose o i fiori? Altra variante con dieci oche, un canarino e un merlo e si chiede: Sono più le oche o gli uccelli?
La classificazione infine può essere effettuata tenendo presenti due variabili, grazie alla costruzione di matrici a doppia entrata: si presenta un cerchio grande con accanto un cerchio piccolo rosso e sotto un quadrato grande, il bambino dovrà completare la matrice scegliendo fra tre o quattro cartoncini che possono completarla: quadrato grande rosso, quadrato piccolo incolore, quadrato piccolo rosso, triangolo rosso….
Dalle matrici si può passare ai diagrammi di Venn, confrontando due serie di oggetti di cui solo alcuni appartengono ad entrambe: ad esempio, uccelli di vario colore di cui solo tre rossi e oggetti diversi tutti rossi.
La classificazione è molto importante quando si affrontano le scienze sistematiche, quali botanica, zoologia, anatomia…. In genere si inizia sempre con la descrizione di alcuni elementi conosciuti e presenti, individuandone prima le differenze e poi le caratteristiche comuni; si prosegue con il paragone con altri elementi rappresentati mentalmente, per giungere alla classificazione del maggior numero di dati.
Anche nel caso delle scienze sistematiche, tuttavia, saranno sempre chiamati in causa oltre alla descrizione, al paragone, alla classificazione anche accenni di tutti gli altri schemi logici: si dovrà infatti indagare lo spazio in cui si trovano piante o animali, il tempo della loro crescita, la sequenza delle fasi del loro sviluppo, le cause della loro espansione o regressione, fino ai problemi che pongono con una loro eccessiva proliferazione o con la loro estinzione.
Pubblicato il 2012-12-16
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