Pubblicato la prima volta 2007-05-01
di Giuseppina Grandini e Jacqueline Bickel
La creazione di curricula verticali come proposta per garantire un insegnamento efficace ed una reale personalizzazione.
La società chiede cittadini preparati in grado di analizzare correttamente i dati a disposizione, di elaborare diagnosi e valutazioni, di studiare elementi di criticità e trovarne soluzioni efficaci; nei casi più semplici, si domanda almeno di applicare con proprietà e coerentemente le strategie risolutive elaborate da altri. La richiesta è dunque quella di persone efficienti, collaborative, disposte al cambiamento, capaci di trasferire competenze da un ambito all’altro e di leggere, sia pure a vari livelli, la realtà che le circonda.
La scuola appare inadeguata a soddisfare queste richieste: i problemi che derivano dal contesto familiare e sociale appaiono moltiplicati ed accentuati nella scuola di oggi. Un numero sempre maggiore di bambini inizia gli studi con entusiasmo ma, con il passare degli anni, diventa sempre più insofferente e demotivato, non riuscendo a vedere nella scuola quel vantaggio e quella grande opportunità, messa a loro disposizione dalla società, per sviluppare ed arricchire le proprie conoscenze.
I programmi scolastici frequentemente non sembrano tenere conto né delle mutate esigenze dei bambini di oggi, né dei livelli cognitivi raggiunti in determinate età. La discrepanza che si viene a generare è certamente una delle principali cause del non apprendimentoApprendimento 'Il SNC non sarebbe in grado di sviluppare in modo autonomo, solo sulla spinta offerta dal DNA, tutte le sue potenzialità di pensiero e di linguaggio, come talora dà l'impressione di fare e come spesso viene erroneamente ritenuto. Sarà invece compito di ogni bambino attivare all'interno del proprio SNC queste potenzialità, con la costruzione di circuiti fra neuroni e ulteriori circuiti fra circuiti gi? formati, finendo anche col modificare intensamente dal punto di vista funzionale tutta la struttura nervosa disponibile. Questo attivo processo di costruzione si identifica con l'apprendimento. Apprendimento che ha luogo continuamente e intensamente soprattutto nei primi anni, durante ogni momento di veglia. Sostituire il concetto di sviluppo con il concetto di costruzione non è soltanto un gioco di parole, ma un modo di orientare in forma completamente diversa l'ottica e il compito dell'educazione e dell'insegnamento. Infatti, mentre l'idea di sviluppo si ricollega alla graduale comparsa di qualcosa che è predestinata già fino dal concepimento, l'idea di costruzione comporta la riconsiderazione e la valorizzazione dell'opera degli educatori e di tutto il contesto ambientale che circonda il piccolo. ', 4578 o del cattivo apprendimento da parte degli alunni con ripercussioni negative anche sulla sfera emotivo-affettiva e sociale soprattutto per gli alunni in situazione di disagio. Queste valutazioni sono confermate anche dai rapporti OCSE e PISA che mettono in luce i problemi del sistema scolastico italiano.
La scuola non può stare a guardare la trasformazione culturale in atto anzi ne deve essere la promotrice; deve sapersi mettere in discussione, ripensare i propri percorsi educativi, centrandoli sulle modalità di apprendimento del bambino e finalizzandoli al potenziamento delle capacità cognitive di ciascuno e di tutti gli alunni. Deve quindi diversificare gli interventi e ampliare gli approcci metodologici, per cercare di stimolare e sostenere processi di miglioramento personale ed evitare condizioni di esclusione e marginalizzazione sociale.
Con un programma rigidamente gerarchizzato per classi tutto questo è difficilmente perseguibile. E’ guardando a queste esigenze e rivolgendoci a questi contesti che la nostra scuola, nella filosofia del Progetto Galileo, ha “pensato” ed elaborato i “curricula”.
La scelta di lavorare con “curricula verticali” consente una puntuale individuazione dei problemi e un’organica realizzazione delle soluzioni elaborate.
I curricula ci permettono di inserire le nuove conoscenze e competenze su ciò che ciascuno sa già, favorendo così un reale progresso della mente, senza affidarsi al caso (speriamo che impari!) o alla fatalità. Il procedere per curricula dà una dimensione concreta e realizzabile alla scuola di tutti purché si aumenti la flessibilità organizzativa della docenza. In quest’ottica l’allievo diventa dunque “protagonista/attivo” nel fare e nel dire, accompagnato da un docente impegnato in prospettiva formativa, empaticamente legato all”alunno e suo supporto nell”affrontare le situazioni quotidiane didattiche e sociali.
La realizzazione dei “curricula verticali” è scaturita da un insieme complesso di contributi offerti dagli insegnanti che hanno lavorato a stretto contatto con gli esperti delle neuroscienze e delle scienze della formazione.
Gli insegnanti hanno individuato la struttura delle discipline riorganizzandole attorno ai loro nuclei fondanti, tenendo conto delle effettive possibilità di apprendimento degli allievi. In questa fase si è tenuto conto anche delle proposte sintetizzate nelle Indicazioni Nazionali, in cui sono esplicitati i livelli essenziali di prestazione a cui tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione sono tenute, per garantire il diritto personale sociale e civile all’istruzione e alla formazione di qualità. Gli esperti di scienze della formazione, della pedagogia e della psicologia hanno individuato le strutture formative: cosa, quando e come insegnare alle varie età.
Ne è scaturito un percorso strutturato sui diversi livelli di complessità del sapere per adeguarlo alle strutture mentali dei singoli studenti. Tale percorso è pensato anche per gli alunni più piccoli e può essere adottato già nei primi anni della scuola dell’infanzia.
S’intende fornire a tutti i bambini un buon corredo di tutte le intelligenze a loro disposizione: le due personali, per una buona capacità di relazione con gli altri, ma soprattutto con un alto valore del proprio sé e della propria autostima, unico motivatore di tutto l’apprendimento; le tre pratiche (motoria, spaziale, musicale) relative ad una buona integrazione dei dati forniti dal proprio corpo che devono prevalere nei primi anni, in quanto forniscono dati sicuri, motivanti; infine l’intelligenza linguistica e logica che sono da appoggiare ai dati fornite dalle intelligenze pratiche, ma che devono poi gradualmente espandersi a sostegno di tutto il futuro apprendimento.
Nel secondo ciclo della scuola primaria si dovrà lavorare per la costruzione del pensiero logico; sarà necessario curare soprattutto l’organizzazione e l’integrazione dei contenuti disciplinari in un tutto sempre organico e completo dal quale arrivare alle relazioni che li legano, arricchirli con dati ricavati dalla letteratura, creando un reticolo che, seppure ancora apparentemente composto da fatti isolati, risulti interessante perché concreto e comprensibile, si basi su molta informazione visiva, più evocabile di quella esclusivamente linguistica, e fornisca punti di appiglio per successivi ampliamenti e collegamenti durante la scolarità media e superiore (mappe concettuali) che facilitino l’associazione, l’integrazione e quindi la memorizzazione e l’evocazione.
Nei curricula elaborati si è tentato di rendere verticale il percorso delle singole discipline, e si sono eliminati i diversi “gradini” del percorso formativo, per consentire agli insegnanti di verificare l’effettivo livello cognitivo degli alunni indipendentemente dalla loro classe di appartenenza.
Per ogni disciplina sono stati così individuati i concetti fondamentali che ricorrono in vari luoghi e hanno perciò valore strutturante e generativo di conoscenze, si è tentata un’articolazione delle conoscenze e delle abilità in modo da orientare (alla luce delle modalità di apprendimento proprie di ogni età), la scelta dei contenuti prioritari dell’apprendimento e dell’insegnamento.
Il percorso scaturito deve essere percepito dall’insegnante come una guida per verificare momento per momento, in seno alle attività o ai progetti che propone, quali sono gli obiettivi che intende raggiungere e quali sono le competenze effettivamente costruite dai singoli allievi, in modo da garantire a tutti gli studenti la massima facilitazione per il loro apprendimento.
I curricula devono essere applicati nella didattica ordinaria, tenendo presente alcune fasi fondamentali: l’individuazione dei livelli degli alunni (per gruppo o individuali nei casi estremi in alto e in basso); la programmazione degli obiettivi sulla stessa base; la scelta delle attività e dei contenuti con particolare attenzione al raccordo fra metodologia e livello cognitivo; la valutazione del percorso, basata su dati concreti di comportamento, raccolti con l’osservazione in compiti specifici che ponga tutti gli alunni in condizione di superare le difficoltà e consenta agli insegnanti di individuare e mettere a punto le strategie educative e didattiche più efficaci.
I “curricula” rappresentano, dunque, uno strumento di lavoro indispensabile per un insegnamento efficace : sono flessibili, tengono conto del livello cognitivo raggiunto dai singoli alunni, consentono di strutturare percorsi personalizzati pensati e mirati per i singoli bambini o per gruppi omogenei, garantiscono a tutti l’ottimizzazione delle potenzialità e il raggiungimento di un corredo di competenze strutturate, su conoscenze salde ed abilità operative, indispensabili per decifrare il mondo in cui viviamo ed essere in grado di inserirsi fruttuosamente in altri segmenti del sistema formativo.
‘, ‘s1_FullSizeRender17P_8d8e70dbaba562ef97d820dc77629167.jpg’, 10262, ‘2017-02-05 06:50:10’, NULL, 1, 0, 0, 1, 0, 0, ”, 1, 1),