Progetto Chrysalide: note a margine di un’esperienza

Il Progetto Galileo, che ha i suoi fondamenti teorici nel modello delle intelligenze multiple di Gardner, si concretizza nell”Istituto Comprensivo “Don Milani” di Ponte Buggianese nel “Progetto Chrysalide”. Nella sua globalità è un progetto di continuità: persegue infatti obiettivi comuni nella scuola dell?infanzia e nella scuola primaria, prevede metodologie e modalità educativo-didattiche e organizzative condivise, coinvolge la famiglia come soggetto educativo imprescindibile e pone la costruzione delle intelligenze attraverso un intervento educativo, che riconosce come prioritaria la centralità dell?alunno e del suo modo di apprendereApprendimento 'Il SNC non sarebbe in grado di sviluppare in modo autonomo, solo sulla spinta offerta dal DNA, tutte le sue potenzialità di pensiero e di linguaggio, come talora dà l'impressione di fare e come spesso viene erroneamente ritenuto. Sarà invece compito di ogni bambino attivare all'interno del proprio SNC queste potenzialità, con la costruzione di circuiti fra neuroni e ulteriori circuiti fra circuiti gi? formati, finendo anche col modificare intensamente dal punto di vista funzionale tutta la struttura nervosa disponibile. Questo attivo processo di costruzione si identifica con l'apprendimento. Apprendimento che ha luogo continuamente e intensamente soprattutto nei primi anni, durante ogni momento di veglia. Sostituire il concetto di sviluppo con il concetto di costruzione non è soltanto un gioco di parole, ma un modo di orientare in forma completamente diversa l'ottica e il compito dell'educazione e dell'insegnamento. Infatti, mentre l'idea di sviluppo si ricollega alla graduale comparsa di qualcosa che è predestinata già fino dal concepimento, l'idea di costruzione comporta la riconsiderazione e la valorizzazione dell'opera degli educatori e di tutto il contesto ambientale che circonda il piccolo. ', 4578.

Tra le molteplici attività attuate, ce ne sono alcune che costituiscono i “punti forti” del progetto e che sono diventate, attraverso aggiustamenti continui, le azioni cardine dello stesso: la formazione continua degli insegnanti e dei genitori, il centro di ascolto per genitori ed insegnanti, l”accoglienza di alunni e genitori, l”uso di strumenti condivisi (profilo funzionale e portfolio delle competenze), l”organizzazione didattica in piccolo gruppo.

Dietro le cose così come sono c’è anche una promessa, l’esigenza di come dovrebbero essere: c’è la potenzialità di un’altra realtà, che preme per venire alla luce, come la farfalla nella crisalide
C. MAGRIS, Utopia e disincanto, Garzanti, 1999.

I principi del Progetto Galileo sono stati accolti dagli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Ponte Buggianese per la loro valenza innovativa e soprattutto, per la loro capacità di dare risposte concrete ai bisogni affettivo-educativi dei bambini, oggi più che mai prioritari.
Il progetto pone infatti l’accento sulla “relazione” – come passaggio chiave per giungere agli apprendimenti e sulla rinnovata importanza del ruolo educativo-formativo che ogni insegnante è chiamato ad assumere.
Il generale impianto psico-pedagogico del progetto Galileo si è concretizzato, nel Nostro Istituto, in quello che è stato definito ispirandosi al passaggio di Magris “Progetto Chrysalide”, in atto dall’anno scolastico 1999/2000. Al momento, con il contributo e la partecipazione attivi negli incontri con le famiglie e i docenti, da parte del Dirigente Scolastico, Dott.ssa Franca Baldi, il progetto è rivolto a circa 300 alunni della scuola dell’infanzia e dei primi due anni della scuola primaria ed a tutti gli insegnanti dei due ordini scolastici.
Il progetto Chrysalide può essere definito nella sua globalità un progetto di continuità: persegue infatti obiettivi comuni alla scuola dell’infanzia ed alla scuola primaria, prevede metodologie e modalità educativo-didattiche e organizzative condivise, coinvolge la famiglia come soggetto educativo imprescindibile e, ovviamente, fa riferimento ad un unico quadro teorico (il modello delle intelligenze multiple di Gardner, la costruzione delle intelligenze non semplicemente per sviluppo, ma soprattutto attraverso l’intervento educativo, l’importanza della conoscenza approfondita di ciascun alunno come presupposto indispensabile di ogni programmazione efficace, l’importanza del metodo induttivo e dell’operare concretamente, il protagonismo del bambino, il riconoscimento della centralità di una relazione positiva tra insegnante ed alunno, la valenza pedagogica della didattica in piccolo gruppo).
Tra le molteplici attività progettate ed attuate, ce ne sono alcune che, nel corso di questi cinque anni, si sono rivelate i “punti forti” del progetto e che sono diventate, attraverso aggiustamenti continui, le azioni – cardine dello stesso:

*   la formazione continua degli insegnanti e dei genitori
*   il centro di ascolto per genitori ed insegnanti
*   l'accoglienza di alunni e genitori
*   il passaggio di informazioni tra insegnanti attraverso una strumentazione condivisa
*   (profilo funzionale e portfolio delle competenze)
*   l'organizzazione didattica in piccolo gruppo di una parte del tempo scolastico

Formazione continua degli insegnanti e dei genitori
La consapevolezza da parte degli insegnanti della centralità del loro ruolo formativo implica una accresciuta professionalità, ottenuta anche grazie ad una formazione ed un aggiornamento continui.
Il progetto ha previsto fin dall’inizio varie tipologie di formazione, che vanno da incontri comuni (insegnanti di scuola dell’infanzia e scuola primaria) su tematiche quali “L’educazione affettivo-emotiva e le dinamiche relazionali”, a seminari più settoriali, a volte costituiti da incontri diversificati per ordine di scuola (“La letto-scrittura”, “La logica e il numero”, “La costruzione del testo rnscritto”, “La costruzione del discorso” ecc.).
La formazione non è solo rivolta agli insegnanti ma anche, seppure in forme diverse, ai genitori.
Da alcuni anni vengono organizzati incontri di approfondimento su temi di rnparticolare interesse, riguardanti: la costruzione delle regole, l’autonomia, la comunicazione efficace, l’educazione alla sessualità ecc.
Nel corso di questo anno scolastico gli incontri formativi hanno riguardato rnanche l’adozione del portfolio nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria.
Negli incontri di formazione rientrano infatti anche tutti quei momenti in cui la scuola “spiega” se stessa (presentazione del POF, presentazione dettagliata dei progetti, illustrazione delle innovazioni didattico-educative) e le consulenze specialistiche private o con gruppi di genitori e docenti.

Centro di ascolto per genitori ed insegnanti
Quest’ultima modalità è legata al “Centro di ascolto”, servizio attivato nell’a.s. 2000/2001 e che, nel corso degli anni, ha riscosso un sempre crescente apprezzamento da parte dei genitori e degli insegnanti.
Le tipologie delle consulenze sono essenzialmente quattro: incontri riservati per genitori e famiglie, incontri di gruppo per genitori di alunni diversi, incontri con genitori ed insegnanti, incontri per soli insegnanti. Le problematiche che in genere vengono affrontate riguardano gli apprendimenti, le relazioni interpersonali e l’individuazione di strategie di intervento con riferimento anche a risorse integrate di rete. Attraverso la collaborazione con i servizi sociali e le strutture psico-socio-sanitarie del territorio vengono concordati in questa sede, percorsi educativi di integrazione e recupero per molti alunni.

Accoglienza di alunni e genitori
Per quanto riguarda il piano di accoglienza per l’ingresso alla scuola dell’infanzia ed al primo anno della scuola primaria, sono state attivate numerose iniziative di cui diamo soltanto l’elenco (i progetti dettagliati sono consultabili nel sito dell’Istituto):
Scuola dell?Infanzia:
Inserimento scaglionato nelle prime due settimane di scuola, per permettere un’accoglienza “personalizzata”;
“Scuola Aperta”: invito a scuola dei bambini nuovi iscritti al successivo anno scolastico per una prima reciproca conoscenza (primo anno di attuazione);
“Piccoli gruppi” con i nuovi bambini frequentanti, ad inizio anno scolastico, per stabilire la relazione adulto-bambino, mediante attività-gioco;
Proposta ai genitori di un “tempo-scuola” ridotto di trenta minuti al dì, per favorire maggiormente la compresenza delle insegnanti nelle ore centrali del mattino (proposta per il prossimo anno scolastico).
Scuola Primaria:
(in questo programma è previsto il coinvolgimento delle Scuole dell’Infanzia Paritarie locali)
Visite alle Scuole Primarie in gruppi ristretti di alunni;
Incontri operativi tra insegnanti di Scuola Primaria e di Scuola dell’Infanzia, per fare una prima conoscenza dei bambini, effettuando insieme alcune attività;
Coinvolgimento dei genitori con la proposta di questionari, riguardo le loro aspettative nei riguardi della Scuola Primaria e con la prosecuzione di alcune attività, come il “Prestito del libro”, esteso ai bambini delle prime classi di Scuola Primaria.
Attività di accoglienza in “piccolo gruppo”, sia con attività di gioco, che con attività che terranno conto delle indicazioni date per ogni bambino dalle insegnanti di Scuola dell’Infanzia.

Passaggio di informazioni

La scientificità degli strumenti di rilevazione e la lettura interpretativa dei dati da parte dello psicologo sono tra gli aspetti maggiormente qualificanti del progetto. Insieme conferiscono al monitoraggio degli alunni validità ed attendibilità e costituiscono da un lato, una base sicura per la costruzione dei piani di studio personalizzati, dall’altro, rappresentano una sintetica documentazione della prima “storia scolastica” degli alunni e l’insieme degli elementi oggettivi su cui insegnanti di scuola dell’infanzia e scuola primaria possono confrontarsi nei momenti di incontro. In particolare, nel corso dei due incontri (giugno-settembre) previsti per il “passaggio di informazioni” sugli alunni da un ordine all’altro di scuola, sono stati adottati il “Profilo Funzionale”, aggiornato al mese di giugno e il “Portfolio descrittivo delle competenze”.
Finora era stato adottato un documento che, nonostante gli aggiustamenti annuali apportati, risultava poco sintetico e soprattutto di non facile lettura. In quanto alla valutazione (espressa con sì, no, in parte), essa non risultava completamente esaustiva ed esplicativa dei reali livelli di competenza raggiunti. Il “no”, in particolare, escludeva una qualsiasi, seppure iniziale, costruzione di abilità da parte del bambino. Sentita quindi era la necessità di diversi parametri di valutazione.
Il “Portfolio descrittivo delle competenze” viene a collocarsi nella nostra esperienza di attuazione del Progetto Chrysalide, come una sintesi descrittiva delle competenze raggiunte da ogni bambino, perciò uno strumento che evidenzia la crescita di queste nell’ambito dei tre anni di frequenza alla Scuola dell’Infanzia. Nel documento, infatti, non viene espresso il giudizio negativo, ma ciò che il bambino sa fare, ciò che ha conquistato, ciò che è da rafforzare, consolidare, potenziare ed ottimizzare.
Per noi insegnanti il portfolio, così com’è stato strutturato all’interno del progetto, rappresenta lo strumento “ultimo” di un percorso che inizia con la proposta ad ogni bambino delle attività inserite nel protocollo (da intendersi come strumento conoscitivo delle attitudini, delle risorse e dei bisogni di ogni bambino), al di là del fatto che il suo utilizzo sia stato sancito dalle recenti disposizioni normative.

Piccolo gruppo
Il piccolo gruppo è il punto nodale del progetto: quello che garantisce la realizzazione di un clima relazionale veramente efficace tra alunni ed insegnanti e che permette di attuare tutte quelle strategie didattiche che rendono il bambino “protagonista” del proprio apprendimentoApprendimento 'Il SNC non sarebbe in grado di sviluppare in modo autonomo, solo sulla spinta offerta dal DNA, tutte le sue potenzialità di pensiero e di linguaggio, come talora dà l'impressione di fare e come spesso viene erroneamente ritenuto. Sarà invece compito di ogni bambino attivare all'interno del proprio SNC queste potenzialità, con la costruzione di circuiti fra neuroni e ulteriori circuiti fra circuiti gi? formati, finendo anche col modificare intensamente dal punto di vista funzionale tutta la struttura nervosa disponibile. Questo attivo processo di costruzione si identifica con l'apprendimento. Apprendimento che ha luogo continuamente e intensamente soprattutto nei primi anni, durante ogni momento di veglia. Sostituire il concetto di sviluppo con il concetto di costruzione non è soltanto un gioco di parole, ma un modo di orientare in forma completamente diversa l'ottica e il compito dell'educazione e dell'insegnamento. Infatti, mentre l'idea di sviluppo si ricollega alla graduale comparsa di qualcosa che è predestinata già fino dal concepimento, l'idea di costruzione comporta la riconsiderazione e la valorizzazione dell'opera degli educatori e di tutto il contesto ambientale che circonda il piccolo. ', 4578.
Purtroppo la realizzazione di questa modalità organizzativo-didattica è piuttosto difficoltosa, essendo legata a vincoli e risorse (tempo scuola, organico, contributi esterni ecc.) che, come ben sa chi fa scuola, sono diversi nei singoli contesti scolastici e variabili di anno in anno. Quindi non esistono “formule” preconfezionate generalizzabili cui attingere. Esiste però la possibilità di assumere collegialmente una linea pedagogica che fa da sfondo alle scelte operative. Non dimentichiamoci infatti, che non è il semplice numero ridotto degli alunni che determina il raggiungimento degli obiettivi del progetto (relazionalità, costruzione personale dei concetti attraverso il fare e la codifica verbale ecc.), quanto piuttosto le modalità educative che ciascun docente attua (anche il rapporto docente-discente uno-a-uno si può risolvere in lezione cattedratica!).
Bisogna innanzi tutto che gli insegnanti che partecipano al progetto condividano e facciano proprie le risposte a quattro domande: “Perché il piccolo gruppo?” (livello delle finalità e degli obiettivi); “Quali bambini e quali docenti?” (livello organizzativo); “Cosa fare e come nel piccolo gruppo?” (livello metodologico-didattico). Tutto questo rimanda ancora una volta alla fase della formazione.
Per quanto riguarda la risposta al primo quesito, possiamo dire che il piccolo gruppo permette innanzitutto di stabilire una relazione forte e positiva con l’insegnante e con i pari, con la sicurezza per il bambino di essere apprezzato per i contributi che porta all’interno del gruppo, ricevendo di conseguenza, una gratificante immagine di sé. Inoltre il numero ridotto di alunni (5/6) permette di promuovere sia le intelligenze personali, che quelle logico-linguistiche. Attraverso l’operatività e la manipolazione diretta da parte dei bambini, unite ad una costante codifica verbale, vengono promossi l'”uso cognitivo del linguaggio” e la formazione di significati ben compresi.
La seconda domanda è relativa a scelte didattico-organizzative. Il primo passaggio nella costituzione del piccolo gruppo riguarda l’analisi dei singoli “profili funzionali”. Dalla lettura di questi emergono attitudini, risorse, ed eventuali bisogni di ciascun bambino. In base alle potenzialità e ai bisogni evidenziati, viene collegialmente deciso dalle insegnanti di classe/sezione, se privilegiare gruppi con obiettivi principalmente educativi (che tengono conto cioè delle caratteristiche comportamentali dei soggetti) o didattico-apprenditivi. In questo ultimo caso la classe/sezione viene suddivisa o in gruppi di livello omogenei (con attività graduate secondo le difficoltà) o in gruppi eterogenei, dove si privilegia la relazione tra adulti e il gruppo dei pari.
Il numero degli alunni può scendere anche ad un numero minimo di 2/3 bambini (microgruppo), o ad un solo bambino per quanto riguarda gli interventi individualizzati.
La terza ed ultima domanda rimanda ad una trattazione dettagliata, che potremo affrontare nei prossimi interventi.

Le insegnanti coordinatrici del Progetto Chrysalide-Galileo
Marta Sari e Roberta Butelli

2005
‘, ”, 7022, ‘2017-02-03 18:51:10’,

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