LE BUONE PRATICHE INNOVATIVE DEL METODO GALILEO
(2) GLI AUTOMATISMI
Jacqueline Bickel
Il Metodo Galileo indica col nome “automatismi” una serie di competenze sequenziali motorie necessarie alla realizzazione di numerosi compiti umani complessi, che generalmente richiedono l’uso di strumenti. All’inizio tali competenze motorie richiedono un’attenzione volontaria ma, a mano a mano che tendono ad automatizzarsi, l’attenzione si libera gradualmente e può così concentrarsi sull’aspetto creativo del compito.
Sono molte le attività umane che richiedono l’uso di strumenti, ed in tutte è necessario prima di tutto raggiungere una buona padronanza dello strumento a livello motorio grazie ad un’attenzione cosciente. L’attenzione viene poi ridotta a mano a mano che si acquista disinvoltura e velocità, fino ad essere abbandonata del tutto con la conquista dell’automatismo e della massima creatività operativa.
La vita quotidiana offre numerosi esempi in cui, una volta si sia raggiunta una padronanza dello strumento tale da non richiedere più alcuna attenzione, l’opera procede poi con la massima speditezza, consentendo anche di parlare del più e del meno mentre si lavora. Nella guida di veicoli, quali la bicicletta o l’automobile, in cui tutti abbiamo provato impaccio all’inizio; nell’uso di strumenti di lavoro come i ferri da calza, l’uncinetto e molti altri ancora; nel padroneggiare gli strumenti musicali, dal violino al pianoforte; nelle attività sportive: tennis, golf, sci, ove i maestri raccomandano ai bambini di non iniziare senza una guida, per non incorrere in difetti d’impostazione difficili da correggere in seguito.
Anche nella scuola gli insegnanti si trovano a dover guidare i bambini a far proprie attività che richiedono da un lato abilità sequenziali motorie, indispensabili per poter poi dall’altro raggiungere competenze complesse, quali lettura, scrittura e matematica.
Il Metodo Galileo propone agli insegnanti di tenere distinte nella programmazione scolastica la formazione degli automatismi dagli aspetti creativi di queste discipline, essenziali al futuro successo scolastico. Sono state analizzate con cura le diverse tappe di queste competenze motorie necessarie per far acquisire a tutti i bambini prima la correttezza, quindi gradatamente una sempre maggiore velocità di esecuzione, fino a renderle automatiche, come lo sono ormai da tempo per ogni adulto, e liberare perciò la mente infantile per un maggiore impegno nell’aspetto creativo.
Come per tutti gli automatismi, anche per quelli scolastici è indispensabile un allenamento precoce con un’impostazione corretta fino dall’inizio. Si è rivelato indispensabile perciò utilizzare tutto il tempo scolastico disponibile, iniziando dalla scuola dell’infanzia almeno per alcuni di questi, in particolare per gli automatismi del segno grafico e della prima parte del numero fino alla sua rappresentazione analogica.
L’esperienza diretta ha dimostrato che è possibile motivare bambini anche in tenera età per gli automatismi, purché ci si attenga ad alcune precise modalità. Il come, il quando e il quanto fare appaiono ancora più importanti del cosa.
Innanzitutto è essenziale la personalizzazione, perché le competenze relative al raggiungimento di un perfetto e corretto automatismo sono distribuite nella popolazione infantile secondo una curva di Gauss molto appiattita, che dimostra come ogni bambino possa aver bisogno di esercitazioni e tempi molto diversi per raggiungere gli stessi risultati, sia per quanto riguarda la correttezza, sia per quanto riguarda la velocità.
Quindi è raccomandato l’insegnamento per piccoli gruppi omogenei, in modo da non passare alla tappa successiva se non è stato raggiunto un minimo di automatizzazione nella precedente. Inoltre è sempre necessario far accompagnare qualsiasi esercizio con la relativa verbalizzazione da parte di ognuno; il parlare di ciò che viene eseguito, mentre viene eseguito, rafforza l’automatizzazione.
In secondo luogo è indispensabile, soprattutto se si inizia nella scuola dell’infanzia, che il tempo dedicato all’automatismo sia brevissimo, non oltre i cinque minuti per ogni bambino, ma possibilmente ogni giorno. L’impegno richiesto ai piccoli è notevole e non bisogna assolutamente creare in loro alcuno sforzo o sensazione di fatica, anzi è meglio che ognuno resti col desiderio di proseguire; così, anche se il bambino vuole continuare, bisogna saper interrompere con decisione e rimandare il proseguimento al giorno dopo.
È però importante dare valore ad ogni esercizio, anche se i bambini si accorgono presto di stare lavorando per compiti relativi allo scrivere o al contare, conservando con cura ogni foglio in raccoglitori separati e personalizzati.
L’inizio di queste attività nella scuola dell’infanzia secondo le modalità suesposte si è rivelato anche la migliore prevenzione per tutti quei disturbi che vanno dalla disgrafia alla disortografia, alla discalculia, alla dislessia, prima di tutto perché impegnano per tempo tutti i bambini, a seconda dei bisogni individuali, nelle varie tappe in cui le competenze automatiche si trovano scomposte; poi perché tendono a far affrontare separatamente ogni singola difficoltà riducendo le richieste che i bambini si trovano di fronte all’ingresso nella scuola primaria.
L’esperienza già fatta ci ha confermato che, salvo rarissimi ed estremi casi, la stragrande maggioranza dei bambini, ivi compresi molti soggetti certificati, hanno la possibilità di far propri senza errori gli automatismi del segno grafico, della codifica/decodifica e del calcolo aritmetico entro la seconda classe della scuola primaria.
Se non vi è la possibilità di iniziare nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria i tempi per automatizzare le diverse tappe risultano molto ridotti ma, se si mantiene la netta suddivisione fra automatismi e creatività, ogni insegnante può essere in grado di far giungere al successo in questo settore tutta la classe, in modo da non far trascinare dietro agli alunni errori o imperfezioni all’ingresso alla scuola superiore di primo grado.
Nei prossimi articoli saranno analizzate dettagliatamente le diverse tappe da far esercitare fino all’automatizzazione per le attività relative al segno grafico, alla codifica, al calcolo aritmetico.
Pubblicato il 2011-03-04
‘, ”, 8288, ‘2017-02-06 10:58:45’, NULL, 1, 0, 0, 1, 0, 0, ”, 7, 1)